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Perdere Silvana

 
Post #1


Perdere SilvanaDurante gli anni dell'Università ho avuto il mio bel da fare, e non solo con gli esami...Mi sono districato tra due relazioni parallele parecchio coinvolgenti con Giulio e Richard, e ho avuto tutta una serie di altre storie, di varia durata e importanza, sia con partner maschili che femminili.A dirla così sembra chissà che cosa, ma se calcolate che l'arco di tempo in cui inserire queste storie è lungo dieci anni, be' le cose cambiano un attimo di prospettiva e appaiono forse meno tumultuose di quel che sembrano.La tumultuosità, per carità, c'è stata se parliamo del coinvolgimento sessuale, emotivo e della smania di sperimentare combinazioni e soluzioni di vario tipo, ma alla fine - se escludiamo il breve periodo in cui mi sono prostituito - le persone che hanno avuto a che fare assiduamente con il mio culo o con il mio uccello, non sono state poi tantissime.Un posto a parte nell'album dei miei ricordi è occupato da Silvana, una ragazza di Perugia che avevo conosciuto ad una festa di amici universitari.Silvana non frequentava la mia facoltà, ma era iscritta a Lettere e Filosofia, era una ragazza molto colta e (apparentemente), anche disinibita.Quando la conobbi la mia storia con Giulio andava avanti già da un bel po', e oramai eravamo entrati in piena sintonia. I nostri rapporti sessuali erano oramai perfettamente regolari e questo andava, insieme alla consapevolezza dello stile di vita che volevo adottare, a beneficio del mio equilibrio biologico (mi erano spariti persino i brufoli!), e psicologico.In questo contesto così consolidato si inserì ad un tratto lei, simpatica, carina, spigliata e libera da legami.Silvana, o Syl come la chiamavano tutti, era esile, piccola di statura (adoro le ragazze "modellino"), perfettamente proporzionata, con un bel fondoschiena a forma di cuore rovesciato e un altrettanto bel paio di piccole tettine su cui svettavano dei gustosissimi capezzoli. Rimasi affascinato da lei, e non passò molto tempo dal giorno del nostro primo incontro, al giorno della nostra prima scopata.I nostri incontri si svolgevano sia a casa mia che a casa sua, visto che lei (cosa assai rara), abitava da sola, e dunque senza nessuna altra presenza che gironzolasse per casa rompendo le palle, magari durante una scopata.Syl a letto non si sottraeva praticamente a nulla e accettava di buon grado le mie richieste, ancorché a volte abbastanza pretenziose: rapporti canonici e non, orali e anche quel tanto di "bondage" che alle volte serviva per aggiungere un po' di piccante alla serata. Per lei andava tutto bene e devo dire che questo fatto mi piaceva enormemente.La complicità è sempre un bel collante, utile per tenere insieme le coppie. E' raro imbattersi in situazioni di tal fatta; le amiche di Giulio, ad esempio, erano sì complici, ma la loro partecipazione era a "tempo determinato", ovvero quel tanto che bastava per soddisfare le proprie voglie, e poi tanti saluti e ci vediamo alla prossima.Io, ad esempio, volevo molto bene alla Emy e la vedevo quasi come una zia che dispensava a piene mani le sue grazie e i suoi favori, però sapevo di essere "sostituibile", ovvero nel caso fossi sparito dall'oggi al domani, lei non si sarebbe scomposta più di tanto ed avrebbe chiesto al suo Pigmalione (ovvero Giulio), di trovare un altro collaboratore al fine di estinguere in maniera efficace i suoi ardori.Mi mancava, quindi, non il sesso allo stato puro, ma una presenza femminile da conquistare, coltivare e curare e quando l'occasione mi si presentò con Silvana, feci il diavolo a quattro pur di conquistare il suo cuore, la sua mente e - last but not least - il suo corpo.Messo a segno questo bel risultato, la feci partecipe del mio universo di amicizie e di conoscenze. Le presentai Santino e tutti quegli altri amici le cui vite, giorno dopo giorno, si erano intrecciate alla mia.Ovviamente le presentai anche Giulio, omettendo però di specificare il fatto che io e lui avevamo una relazione omosessuale in corso, molto appagante e soddisfacente per entrambi.Tuttavia a questa situazione mancava un tassello importante, ovvero il suo coinvolgimento nella mia vita sessuale "allargata". Desideravo ardentemente, infatti, coinvolgerla in quella che continuava ad essere la mia relazione con Giulio o nelle esperienze che condividevamo con le amiche di quest'ultimo, e così via.Questo era un aspetto della vita a due che io ritenevo fondamentale. Avevo infatti fantasticato più volte su di un suo coinvolgimento a 360 gradi nella mia sfera sessuale di allora, e pensavo (peccando di una ingenuità pazzesca), che la cosa sarebbe stata bellissima, per lei assolutamente coinvolgente e perfettamente gestibile da parte di entrambi."Cosa c'è di meglio del sesso vissuto in una forma così libera e totale?", andavo ripetendo dentro di me e, intanto pensavo al modo migliore per introdurre la questione nella sua mente e nel nostro letto.L'occasione mi fu data da un episodio che accadde nel nostro ambito di amicizie.Divina e la Ceci si conoscevano molto bene, in quanto venivano dalla stessa città e poi perché Tonino e Mario, cioè i rispettivi ragazzi del momento, erano molto amici, tanto che regolarmente si presentavano agli esami universitari insieme.Divina era una ragazza giovane, ma con alle spalle una grande esperienza, essendosi trombata almeno una buona dozzina dei ragazzi che facevano parte della mia cerchia di conoscenze. Ad onor del vero, durante una festa in cui era parecchio su di giri, lei ci provò anche con me, ma io la scansai dicendole: "Mi dispiace cherie, ma io non amo divertirmi nei posti troppo affollati, non so se afferri ciò che ti voglio dire...".Lei, per tutta risposta, mi assestò un sonoro ceffone per poi girare sui tacchetti e rivolgere le sue attenzioni verso altri lidi. Quella sera, dopo essermi massaggiato la guancia, ci risi su e ritornai a sorseggiare il mio Manhattan, rimuginando sul fatto che la Divi era davvero una grandissima troia.Cecilia, invece, non era così baldracca, ma vuoi per spirito di emulazione, vuoi per il fatto che evidentemente i suoi ormoni erano in costante fibrillazione, be' lei in quel periodo stava subendo una radicale trasformazione da donna a mignotta, con il risultato che, anche lei, passava con disinvoltura da un cazzo all'altro senza porsi troppi problemi.Ora, voi direte: "E che c'entra tutto questo con Silvana?". C'entra, c'entra, vi rispondo io.Ordunque, accadde che un giorno la Ceci chiese alla Divi se le andasse di partecipare ad un quartetto con scambio di coppia ma lei, stranamente, rifiutò tale invito. Le donne, si sa, raramente riescono a tenere per se certe cose, così nel volgere di un pomeriggio, tutti sapevano dei desideri "spinti" della Ceci."La Ceci mi ha chiesto di partecipare con Tonino ad una orgia ... cioè, pazzesco!!! ma ti rendi conto?", andava ripetendo lei a destra e a manca ostentando scandalo e turbamento."Seee!!!", gli feci io, "Ha parlato Madre Teresa di Calcutta!!". Lei mi trapassò da parte a parte con lo sguardo, al ché io mi girai dall'altra parte e continuai a sfogliare gli appunti dell'Università che tenevo per le mani. Poi, d'improvviso mi venne una folgorazione."Vedrai che di qui a qualche giorno la Divi racconterà questa stronzata pure a Silvana", dissi a me stesso. Questa poteva essere l'occasione che cercavo per iniziare la mia ragazza di allora ad un sesso di più ampio respiro.Non dovetti, in verità, aspettare molto. Dopo due giorni Syl mi disse di aver incontrato quella sudicia della Divi. "Ma lo sai che mi ha raccontato? Che la Ceci ha tentato di coinvolgerla in una orgia con scambio di coppie"."Si, ho sentito", gli risposi con una certa indifferenza, "Ma tu, cosa ne pensi di una proposta del genere?"."Non saprei, non ho mai valutato la cosa. Però devo ammettere che la trovo stuzzicante!"."Tombola!", dissi dentro di me, "Come volevasi dimostrare anche la mia Silvana dentro di sé è fondamentalmente porca!".Così presi la palla al balzo: "Bè, se la cosa ti intriga, perché no! in fondo si può incominciare a sperimentare qualcosa del genere, magari partendo con qualcosa di più semplice; ad esempio che ne diresti di andare a letto con due uomini?"."Vuoi dire che tu mi divideresti con un altro? Ma non saresti geloso?"."No, perché? Se siamo entrambi d'accordo, la cosa si potrebbe anche fare senza alcun problema. Naturalmente ci vorrebbe un amico fidato, per evitare spiacevoli sorprese ...".Lei mi guardò pensierosa, poi disse: "Va bene, ma chi potresti - per ipotesi - coinvolgere in una cosa del genere? Di chi ti fideresti a tal punto?"."Di Giulio, ad esempio. Sai io non ti ho mai raccontato che in realtà questa esperienza io e lui la abbiamo già vissuta, coinvolgendo una nostra comune amica, la quale peraltro è rimasta pienamente soddisfatta da questa esperienza".La buttai lì un po' così, riducendo le nostre assidue frequentazioni con la Emy, la Betty e la Gianna, ad un incontro puramente episodico.Nei giorni a seguire vidi che la mia Silvana rimuginava spesso su questa faccenda dell'incontro a tre, finché un giorno non fu lei a prendere una decisione definitiva sulla questione."Senti, ho riflettuto parecchio sulla questione di coinvolgere il tuo amico Giulio nel nostro menage", mi disse lei con la voce che le tremava, "Così ho pensato che ... insomma ... Sì, la cosa si può fare, sempre se tu sei ancora d'accordo si intende"."Certo che sono d'accordo tesoro mio", gli feci di rimando con un ampio sorriso sulle labbra. "Stasera, quando tornerò a casa ne parlerò con lui, così vedo che cosa ne pensa".Più tardi resi partecipe Giulio delle mie intenzioni, anche se sapevo perfettamente che lui sarebbe stato mio complice nella faccenda."Certo, non c'è problema", mi fece lui mentre mi abbracciava e mi baciava sulla bocca. "Però vorrei comunque chiederti una cosa"."Fai pure", risposi con tono divertito."Bè, sei sicuro che reggerà a questa esperienza? Guarda che non tutte le donne reagiscono allo stesso modo; io personalmente ho perso così una cara amica"."Perché?", chiesi con curiosità."Dopo la scopata a tre è stata assalita da sensi di colpa e vergogna, poi è letteralmente scomparsa dalla mia vita".la sua voce d'improvviso si fece dura e amara e sul suo viso calò un velo di tristezza. Evidentemente lui nutriva per questa donna un grande affetto e, forse, ne era ancora innamorato."Non ti preoccupare, andrà tutto bene", lo rassicurai prontamente.Volevo cancellare quel senso di rammarico che lo aveva assalito, così gli diedi un bacio appassionato e gli dissi: "Ora andiamo a letto, ho una voglia tremenda di fare all'amore con te!".Giulio era un tenerone, anche se poteva non sembrare tale; era un uomo sui generis che si commoveva davanti alla foto di nozze dei genitori, o che versava fiumi di lacrime guardando Grecia Colmenares che interpretava l'orfanella "Topazio", nell'omonima telenovela. Ma sopratutto era il mio compagno di vita e di avventure e sapevo che non si sarebbe mai sottratto al favore che gli stavo chiedendo, nonostante tutte le riserve in proposito che mi aveva manifestato.Mi diedi un gran da fare nei giorni a seguire, per organizzare in modo impeccabile il nostro incontro a tre e inaugurare così una nuova stagione della mia vita sessuale. Per me era un sogno che si realizzava e già immaginavo un futuro a breve dove tutti e tre potevamo fare sesso in libertà senza dover più nascondere nulla l'uno all'altra.Sarebbe stato bellissimo godere senza vergogna di una situazione del genere, priva di tabù e costrizioni, dove bisogna solo lasciarsi andare e godere dell'estasi del sesso.Venne finalmente la gran sera. Silvana venne a casa nostra per la cena, anche se sapeva che poi lei stessa si sarebbe trasformata nel dolce del dopocena.Quando entrò il suo viso tradiva imbarazzo ed emozione; notai - non appena vide Giulio - che il suo sguardo si abbassò e le guance le diventarono rosse per l'emozione."Syl, tesoro, non ti imbarazzare sei tra amici, tra persone che ti vogliono bene e ti rispettano. Stai tranquilla!", le dissi con tono rassicurante.Lei mi sorrise e mi prese per mano, poi baciò sulle guance sia me che Giulio.La cena servì a distendere gli animi di tutti e a stemperare la tensione per ciò che sarebbe avvenuto dopo. Si parlò del più e del meno e, naturalmente, del motivo che ci vedeva tutti li riuniti, ma con leggerezza e divertimento evitando di prenderci troppo sul serio.Alla fine, dopo qualche brindisi, vidi con piacere che Silvana era oramai bella "carica" e pronta per affrontare il passo successivo.Ci dirigemmo tutti e tre nella camera di Giulio: io e lui incominciammo a baciare Syl, accarezzandole il corpo ed i capelli. Lei, vinto il primo istante di imbarazzo, incominciò a rispondere ai baci con i baci ed alle carezze con i gemiti di piacere.Poi prendemmo a spogliarla un pezzo alla volta ed a spogliarci anche noi fino a che, sdraiati sul lettone, non le togliemmo anche le mutandine, ultimo ostacolo fisico rimasto tra noi e lei.Giulio incominciò a limonare con lei, per poi dirottare le sue attenzioni verso le sue piccole tettine, ciucciando con dedizione e impegno i suoi capezzoli.Io invece mi dedicai alla sua dolce fichetta, quasi totalmente depilata, leccandola con amorevole passione così come ero solito fare anche quando eravamo da soli. I suoi fluidi vaginali erano abbondanti e gustosi. "Che buono il tuo nettare, dolcezza mia", le dicevo per compiacerla e per farla sentire sempre più a suo agio ed al centro dell'attenzione.Lei rispondeva a meraviglia a quelle sollecitazioni con mugolii e frasi del tipo: "Siii! ... ancora ... Ah, sto godendo! ... si, mi piace così!". Incoraggiati da quelle parole (che avevamo sentito in bocca a ben altre persone), io e Giulio ci demmo un vicendevole rapido sguardo di intesa.Ci scambiammo velocemente di posto, con lui che incominciò con l'eseguire un lungo e profondo cunnilingus e io che le fornì il mio bel cazzo eretto da succhiare. Avevo raccomandato a Giulio di non radersi per qualche giorno, proprio per aumentare il piacere dato dalla stimolazione orale sulla sua vagina; lei - per tutta risposta - gradì tantissimo quel ruvido attrito, aumentando i versi di piacere e incominciando a emettere degli arrapanti gridolini.Mi accorsi subito del suo maggior godimento, visto che anche nell'eseguire il pompino Syl ci metteva una cura smisurata, passando e ripassando velocemente con le sue dolci labbra lungo l'asta del pene e ciucciando con impegno ed energia la mia cappella.L'atmosfera stava diventando rovente, così dopo un po' di quel preludio, passammo alle cose veramente "serie".Giulio incominciò ad affondare il suo attrezzo nella vagina di lei, oramai dilatata allo spasimo, mentre io proseguivo nel farmi fare quello splendido trattamento orale; il contatto della folta peluria del mio amico con la superficie quasi interamente depilata della sua fica, mandò letteralmente in orbita Silvana la quale, perso ogni freno inibitore, cominciò a biascicare versi inarticolati e oscenità di vario tipo.Poco dopo ci scambiammo nuovamente i ruoli e fui io ad affondare il mio cazzo in quello che oramai era divenuto un lago di succhi vaginali. Giulio si mise, invece, su di lei tenendosi alla testiera del letto e scopandola oralmente con foga.La mia ragazza continuava a godere come una pazza e non accennava a richiedere alcuna tregua da tutte quelle attenzioni carnali che noi le stavamo riservando.Poi, d'intesa con il mio complice, mi sfilai da quella posizione. Permisi a Silvana di prendere un attimo di fiato e, immediatamente dopo essermi disteso sul letto, la feci accomodare sul mio pene, oramai gonfio allo spasimo.Lei se lo infilò senza alcuna difficoltà nella fica oramai fradicia, per poi sdraiarsi sul mio torace. Io la abbracciai strettamente e feci cenno a Giulio di procedere con l'inculata. Per noi due non era certo una novità; cose di tal genere rientravano nella consuetudine dei rapporti che intrattenevamo con la Emy o con le altre donne che frequentavano il nostro letto.Lui si posizionò dietro il suo bel culetto a mandolino e, dopo aver appoggiato la sua cappella turgida e lubrificata contro il suo ano, incominciò a spingerle dentro il retto tutto il suo attrezzo, facendo emettere delle brevi grida di piacere alla mia Silvana.Lei incominciò a baciarmi, ficcando tutta la sua lingua dentro la mia bocca, ed emettendo contemporaneamente ed in continuazione dei versi profondi di godimento ad ogni colpo che Giulio gli assestava nel profondo del culo.Quella doppia penetrazione andò avanti per non so bene quanto, dopo di ché ci scambiammo nuovamente di posto. Trovai il suo ano oramai bello che rotto ed allargato dal passaggio del cazzo del mio amico, così vi infilai il mio prima che i muscoli ad anello si richiudessero.L'inserimento risultò così agevolato, ma non certo indolore per la mia ragazza che emise un grido a metà tra lo strazio ed piacere. Giulio le tappò la bocca con la mano e poi prese a baciarla a sua volta, mentre io proseguivo nell'opera di devastazione dello sfintere da lui precedentemente iniziata.Ero orgoglioso di ciò che stava accadendo e di quello che avevo fatto. "Ora non mi ferma più nessuno", pensavo mentre proseguivo ad aprire in due il culo di Silvana. "Questo è il momento buono di farle capire che rapporto c'è tra me e Giulio".Silvana era stremata da quella doppia penetrazione e l'intensità degli orgasmi che si succedevano l'uno dietro l'altro, squassando il suo piccolo corpo, la stavano sfiancando. Io e il mio amico ce ne accorgemmo: così, sfilati i nostri due cazzi dai suoi buchi, cominciammo a spianare la strada che ci avrebbe portato, di lì a poco, a scaricare su di lei il nostro sperma.Giulio le disse di sedersi a gambe aperte sulla sua faccia e, così, prese a leccare nuovamente la sua fica che continuava a distillare liquidi. La gustava bene ed in profondità e continuava a sfregare la sua barba ispida contro le sue parti intime, mandandola letteralmente in delirio.Lei era girata verso di me, che mi trovavo momentaneamente in piedi al fondo del letto e che mi godevo la scena a braccia conserte sorridendo. Il mio cazzo era eretto e duro come il marmo; sentivo l'eccitazione percorrermi tutto il corpo alla vista di Giulio che leccava le parti intime di Syl.Vidi il pisellone del mio amante maschio che svettava, anch'esso eretto, senza che nessuno si curasse di lui, così pensai: "Questo è il momento buono!".Mi avvicinai e mi misi tra le gambe pelose di Giulio, poi presi in mano il suo bellissimo cazzo, che conoscevo centimetro per centimetro, e incominciai a succhiarglielo con decisione. Presi a fargli un pompino a guance incavate che sarebbe stato degno di una pornostar californiana, con l'idea di farlo sborrare nella mia bocca.Silvana, che inizialmente aveva gli occhi chiusi per il piacere, li spalancò e mi guardò esterrefatta mentre ciucciavo quel bastone di carne pulsante in piena erezione.Io la guardai a mia volta con un sorriso che voleva dire "Cara, ti presento il mio amante!", lei non disse nulla e continuò imperterrita a mugolare mentre si strapazzava i capezzoli.Giulio, ad un tratto, disse: "Ah! ... Godo, godo, ... sto per sborrare ... ahhh!!!". Mi siringò dentro la bocca qualche litro del suo sperma, cado, cremoso e saporito, che io inghiottì estremamente volentieri. Poi presi a pulirgli il cazzo con fare premuroso, mentre Syl dalla sua posizione continuava a fissarmi.Era arrivato il mio momento; il mio amico - dopo aver goduto - si sfilò da sotto Silvana, così la presi e la feci accomodare con la testa su di un asciugamano che avevo preparato apposta. Mi misi sopra di lei e incominciai a smanettarmi l'attrezzo.Notai che lei mi guardava con una espressione smarrita, ma lì per lì non ci detti alcun peso, soprattutto in quella situazione così concitata."Sborro, sborro, cazzo ... sborro!!!", gli dissi. Vidi fuoriuscire dalla mia cappella una quantità impressionante di liquido seminale che andò a sporcare, con dei lunghi getti, la sua faccia e i suoi bellissimi capelli.Dopo essermi pulito le ultime stille di sborra sul suo splendido viso, stremato e ansimante, mi misi al suo fianco. Poi io e Giulio, dopo averla aiutata a ripulirsi, la abbracciammo e la coprimmo di coccole.Lei ci guardava e rispondeva con delle brevi frasi ai nostri complimenti. La sentivo, però, come fredda e distante e questa cosa non mi piacque per nulla: "Sarà la tristezza post coitale", pensai in quel momento, e così non diedi molto peso a quel suo comportamento.Quella notte lei dormì con noi, al sicuro tra le nostre braccia, anche se la sentivo agitarsi e smaniare nel sonno. La mattina dopo, io e lei, uscimmo di casa di buon ora; io gli stringevo la mano con passione, ma la sentivo distante e imbarazzata, così gli dissi: "Amore, cosa c'è? E' forse per ieri sera? Guarda che non devi provare alcuna vergogna, sei stata fantastica! sei la donna che qualunque uomo vorrebbe avere accanto a se. Ti amo".Così dicendo la presi tra le braccia e la baciai. L'aria della mattina era gelida e il nostro respiro formava delle buffe nuvolette di vapore."Grazie", disse lei, "Anche io ti amo, lo sai. E' che mi devo riprendere da quell'esperienza così intensa e coinvolgente ... Dopo andrà meglio!".Così dicendo mi salutò e salì sull'autobus in sosta alla fermata, che la avrebbe riportata a casa. La guardai partire e vidi che mi salutava con la mano, così subito dopo proseguì per la mia strada ed andai all'Università.La giornata trascorse tranquilla e felice, al pensiero di quella notte così intensa, poi nel tardo pomeriggio telefonai a Silvana per sapere se ci saremmo visti la sera stessa o l'indomani.Lei mi rispose con una voce strana e alquanto distaccata: "Devo partire tra poco con l'ultimo treno per ritornare urgentemente a casa dei miei genitori". "E' successo forse qualche cosa di grave?", le chiesi preoccupato."No, no, niente di che", fece lei, "Poi ti spiego. Ora è tardi e devo andare".Chiuse bruscamente la comunicazione lasciandomi sempre più perplesso e preoccupato, così tornai a casa con dei pensieri poco gradevoli che mi ronzavano nella testa."Avrà bisogno di pensare e di prendersi i suoi spazi", pensai, autoconvincendomi che non ci fosse nulla di grave nel suo agire.Trascorsero i giorni senza avere alcuna sua notizia poi, preso dalla preoccupazione e dall'angoscia, mi decisi finalmente a telefonarle a casa dei suoi (cosa che non avevo praticamente mai fatto). Mi rispose lei, con un tono gelido e assente."Senti, ora sono sola e posso parlare con tranquillità, però ti chiedo la cortesia di non chiamarmi e di non cercarmi mai più in futuro!"."Perché? Ma che ti ho fatto? Se mi stai lasciando per ciò che è successo tra noi e Giulio, lo trovo ingiusto: in fondo sei stata tu a volerlo fare!"."Non è tanto per il fatto che mi abbiate scopato insieme tu e il tuo amico, ma per ciò che mi hai fatto capire circa il rapporto che c'è tra TE e LUI!"."Non capisco", dissi, mentre sentivo il terreno che mi franava sotto i piedi."Sappi che ogni volta che chiudo gli occhi rivedo te, impegnato a fare un pompino a Giulio e a bere il suo sperma e, a quel punto, non posso fare a meno di chiedermi dove cominci e dove finisca il vostro rapporto"."Mi sembra chiaro", dissi ostentando tranquillità, "Io ho una relazione omosessuale con lui, ma questo non vuol dire nulla; il nostro amore può esistere e crescere anche se io sento l'esigenza di avere rapporti con altri uomini"."Purtroppo non credo che sia così semplice", rispose lei, "Io non voglio entrare in costante competizione con un altro uomo. Non voglio vivere nell'incubo continuo che tu mi possa lasciare per un maschio o che i tuoi sentimenti verso Giulio possano interferire con quelli che tu nutri nei miei confronti".Io ascoltavo senza riuscire a parlare, ma dentro di me sapevo quale sarebbe stata la amara conclusione di quel dialogo a distanza."Detto questo, ti chiedo di non cercarmi mai più, di non pensare più a me. Io sto faticosamente cercando di chiudere con questa storia sconvolgente e di voltare definitivamente pagina, lasciandomi questa dolorosa esperienza con te alle spalle. Ho già detto ai miei genitori che intendo cambiare sede universitaria e che, molto probabilmente, mi trasferirò alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia"."No!", dissi piangendo disperatamente, "Non puoi farmi questo! ti supplico, ripensaci non può finire così!"."Mi dispiace, ma sappi che faccio tutto questo per il bene di entrambi", mormorò lei con la voce incrinata, "Mi mancherà il tuo amore, credimi, ma oramai la decisione è presa. Addio per sempre!".Chiuse la comunicazione ed io rimasi con il ricevitore in mano, ripetendo come un pazzo: "No ... no ... per pietà no!", ma oramai era tutto inutile. Lei non c'era più, era sparita per sempre dalla mia vita, portandosi via con se una parte del mio cuore.I giorni che seguirono a quella separazione così traumatica furono grigi, tristi ed infelici; Giulio in casa mi guardava muto, con una faccia che pareva dire "Non provare a lamentarti che non ti avevo avvertito del rischio che correvi!".Io non avevo la forza di parlarne con lui, ne di fare altro."Dai, vieni di la con me. Ci stringiamo un poco insieme tutti e due e poi, se ti va, ci coccoliamo", mi diceva Giulio con voce dolce, nel vano tentativo di lenire un poco la mia pena."No, grazie, proprio non mi va ... magari più tardi", gli dissi con il morale sotto le scarpe. "Senti, ora esco e vado a studiare un po' in facoltà, così magari mi distraggo ed evito di pensare a lei. Ci vediamo più tardi".Presi i libri ed uscii di casa. Fuori il cielo era plumbeo e il tempo non prometteva niente di buono; il clima, come accade di solito in questi casi, rispecchiava la mia condizione interiore e questo alimentava in me il senso di frustrazione e sconforto.Il freddo dell'inverno si era impossessato della mia anima, sterilizzando i miei sentimenti e rendendomi incapace di metabolizzare quanto accaduto. Ero diventato una specie di zombie, che vagava senza meta nella città o che seguiva le lezioni in maniera assente.Arrivai in facoltà ed entrai nell'aula, ricavata in un ex chiostro, dove gli studenti universitari studiavano e chiacchieravano. Mi sedetti ad uno dei pesanti tavoli metallici dotati di ribalta e cercai vanamente di leggere qualche pagina del libro che mi ero portato dietro.D'un tratto sentii dietro di me delle voci femminili fastidiose e starnazzanti: mi voltai e vidi la Divi arrivare in aula con il solito codazzo di amiche, oche e stupide come lei. Sapevo che aveva appena mollato quel povero ragazzo di Tonino, che moriva letteralmente per lei, per farsi sbattere da qualcuno che poteva sicuramente vantare un cazzo di maggiori dimensioni. "Gesù", pensai, "Fa che non si siedano vicino a me!". E invece quella stronza in tacchi a spillo, appena mi ebbe visto puntò subito nella mia direzione, accomodandosi sulla sedia proprio al mio fianco."Ciao grand'uomo, come va?", mi disse con un ghigno stampato sulla faccia, "Ho saputo che Silvana ti ha mollato. Benvenuto anche tu nel club degli scaricati! sei in buona compagnia di altri maschietti sai?"."Lascia perdere Divi ... non è il momento", le dissi con tono duro e freddo."Davvero?", rispose lei, "Be', magari adesso, dopo quel che ti è accaduto, sarai più propenso di prima a divertirti nei luoghi affollati!"Poi si girò verso quelle altre troie da casino delle sue amiche e si mise a ridere fragorosamente dicendo: "Tonino da qualche giorno è il presidente onorario del club degli scaricati. Dovreste vedere che faccia che ha!".Io cominciai a non capire più nulla, a causa della rabbia che mi stava montando dentro, così mi alzai con l'intenzione di sbatterle in faccia il pesante libro che stavo studiando. Poi guardai per terra e vidi che la Divi aveva appoggiato il suo piedino proprio contro la gamba metallica del tavolo.Fu un attimo: aiutato dalla scarica di adrenalina presi il tavolo e lo sollevai quel tanto che bastava per spostarlo di qualche centimetro, per poi lasciarlo ricadere con tutto il suo peso sulle dita del piede di quella lurida puttana.Si udì un forte "SBAM!", seguito dall'urlo straziante di dolore della Divi e da un sinistro rumore di qualcosa che si rompeva. Lei finì per terra con il piede incastrato sotto la pesante gamba metallica, contorcendosi e gridando come un ossessa, mentre quelle puttanelle da strada delle sue amiche urlavano terrorizzate.Io presi il mio libro, mi voltai e uscii dall'aula, mentre alcuni ragazzi volonterosi le prestavano i primi soccorsi sollevando il tavolo.La vendetta nei confronti della Divi non servì certo a guarire il mio profondo dolore per la perdita di Silvana, ma devo ammettere - con una punta di vergogna - che tornai a casa decisamente più sereno e tranquillo. Sono sicuro che anche Tonino ne sarebbe stato felice.
01-09-2022, at 01:21 AM
Alýntý
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