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Mungono la mia fidanzata... e mi piace! (Texas Cou

 
Post #1


Mungono la mia fidanzata... e mi piace! (Texas CouIntanto, le poppe avevano ripreso a farle male e si erano inturgidite; i capezzoli adesso bruciavano e le punte pizzicano tanto, così cominciò a spremerseli per calmare il pizzicore, e senza volerlo fece uscire il latte, che si spanse su tutta la maglietta, ritrovandosi due chiazze così e i capezzoli marroni che risaltavano dalla stoffa. Corse in camera e andò in bagno; riempì il lavandino d?acqua, che usciva sporca, e mise a mollo le mammelle: il latte che fuoriusciva disegnava nella fanghiglia sabbiosa dei ghirigori biancastri.L?unica soluzione possibile, a quel punto, era di tirarsi il latte, così almeno avrebbe passato una notte decente, sperando nel consiglio di un dottore il giorno dopo. Forse Matteo aveva ragione sul fatto che fosse solo un effetto collaterale di quello schifo di hamburger, ma sono così buoni e succulenti, che ti si sciolgono in bocca, e quando ne addenti uno vedi la carne ancora rosea all?interno, da cui cola il sugo insieme alla senape e al ketchup. Impossibile, per Chiara, resistere agli hamburger, e anzi, ne avrebbe mangiato volentieri uno anche ora, se non fosse che il dolore le faceva dimenticare di avere fame.Provo a spremersi un capezzolo come se fosse un brufolo, ma le faceva solo più male, e in più si infastidiva e le veniva un prurito su tutto il corpo. Aveva i dotti ingorgati, e in più quelle brutte venature azzurre cominciavano a gonfiarsi. Doveva trattarsi di una grave reazione allergica, che poteva finire anche male; le viene parevano sul punto di rompersi, ed ebbe paura.Aprirono la porta, e Chiara sbigottì, ma era solo Matteo che tornava, e dalla faccia di lui capì che i tentativi di mettersi in contatto coi soccorsi erano andati male. Matteo, invece, ritrovò sua moglie in lacrime, che si teneva il seno stretto tra le mani e i palmi sopra i capezzoli.«E adesso qual è il problema?»«Guarda tu stesso.»Matteo avvicinò il viso alle mammelle, e con il dito sfiorò una vena sul capezzolo, e Chiara subito si ritrasse, infastidita, perché aveva fastidio anche del respiro di lui. Matteo pensò che le vene potessero otturarsi e far venire un accidente alla moglie.«Ti prego amore, fai chiamare il medico.»«Chiara, io non ti ci metto nelle mani di un macellaio.»«Ma quella ha detto che è un dottore vero!»«Senti, mettiti sul letto e cerca di riposarti; vedrai che domani ti sarà passato tutto.»«Ti prego ti prego ti prego! Non lo sopporto più! Mi sento scoppiare!»Matteo davvero credeva che fosse il caso di ignorare l?aiuto di quelle persone così squallide, per una faccenda così delicata, quali le prospere mammelle di sua moglie. Certo, l?idea che una specie di orco depravato agguantasse e strizzasse la carne candida di Chiara era un pensiero che lo faceva inspirare profondo, ma tutto ciò era lontano dal santo rispetto che un marito dovrebbe alla propria coniuge.«Scendo di sotto, vedo cosa possiamo fare, okay?» disse.Matteo era tentato di fingere di scendere per poi tornare da Chiara e dirle che il medico non era disponibile, ma il pensiero di lei, poveretta, stesa sul letto sofferente lo fece sentire un traditore, così tornò nella hall del motel e premette il campanello. Riapparve l?immondo donnone con addosso un grembiule lercio di sangue rappreso.«Mi scusi, signora, ma per caso, quel suo cugino medico sarebbe disponibile?»«Lo chiamo subito. Che tipo di problemi ha la sua fidanzata?»«Ecco? come spiegare? è piuttosto particolare, come condizione.»«Provi a spiegarmelo, così mio cugino verrà preparato.»«Sì, dunque, credo che sia una reazione allergica a qualche alimento che abbiamo mangiato qui.»«E che tipo di sintomi ha?»Era più forte di Matteo; gli era quasi impossibile confidarsi con quella donna, che era fin troppo curiosa per quanto gli riguardava. Alla fine disse: «Presenta un preoccupante gonfiore alle mammelle, e sta avendo una montata lattea.»«Ah, ho capito. Non c'è bisogno di far venire mio cugino. Possiamo rimediare subito.»«Beh, non saprei. Magari un parere da medico sarebbe più indicato.»«Aspetti un attimo che lo chiamo.» E la donna usci, o meglio, torno nelle cucine. La si sentì armeggiare con un apparecchio telefonico di plastica, e parlava in inglese e mugugna di tanto in tanto, e spiegava il problema. Matteo faticava a percepire tutte le sfumature del discorso, ma distinse le parole udders, mammelle a****li, e cow, mucca.La padrona del motel tornò da Matteo e gli disse: «A quest?ora non può, ma ha detto di fare quello che avevo in mente ? e aggiunse: ? lui verrà domani a visitare tua moglie.» «D'accordo. E che cosa consiglia di fare?»«Porti sua moglie nella rimessa, io preparo il necessario.»Matteo sali in fretta nella stanza e trovò Chiara distesa sul letto che si teneva i capezzoli tappati coi palmi; pareva che la situazione fosse addirittura peggiorata in quei pochi minuti, e ora le tette erano livide, e facevano pensare che non avrebbe resistito tutta la notte. La povera ragazza respirava piano e singhiozzava, e piangeva, e stringeva i denti. «Chiara, ce la fai ad alzarti? Dobbiamo andare giù.»«Sta arrivando il dottore?» chiese lei con voce tremula.«Verrà domani, ma possono farti stare meglio. Andiamo nella rimessa!»«Oh, no, no, no, no! Nella rimessa no!» pianse lei.«E perché?»«Lì c?è uno brutto brutto con la motosega!»«Ma che stai dicendo?»«Mi vogliono tagliare le tette! No, no, no!»«Che scema che sei! Dài, vieni! Mettiti qualcosa addosso.»Chiara infilò di nuovo la maglietta fradicia di latte e segui il marito giù per le scale, tenendosi al passamano, e poi nella rimessa, e chissà come, a Chiara tornarono in mente le scene del film horror che aveva visto un?oretta prima. Venne la donnona, che analizzò la situazione di Chiara soppesandole le tette, e indicò una sedia oltre la carcassa della macchina che ormai era ridotta a un cumulo di schegge di lamiera. Chiara si mise a sedere sulla scomodissima sedia di legno e ferro, e venne Arthur a legarle polsi e caviglie con delle cinghie. «Matteo, cosa mi vogliono fare? Aiuto!»Matteo si avventò su Arthur, ma la donnona, che aveva una presa da tagliaboschi, lo trattenne per la spalla, e disse: «Lascia fare. Capitava quando ero giovane, che ho allattato diciassette figli ? e raccontò che ? mio marito mi legava perché bisogna stare ferme durante la mungitura.»«La volete mungere?»«Certo, bisogna tirarle fuori tutto il latte.»«Sì, ma legarla mi sembra un po' troppo.»A Matteo sembrava che stessero preparando Chiara per un?esecuzione. Ed ecco che dall'altra stanza arrivò uno sgorbietto che armeggiava una motosega, di cui tirava il laccio con foga, ma il motore rimaneva muto.«Oh mio Dio! Oh mio Dio! ? scoppiò Chiara ? Lo sapevo, ora mi taglia le tette!»«Chubby, ora non serve quella. Mettila via, per adesso» disse il donnone.«Uh?»«Vai a prendere la vecchia Betsy.»«Uh!» mugugno lo sgorbio, tutto felice, e sparì oltre la porta, da cui tornò spingendo una carriola su cui v?era un macchinario a motore collegato a un serbatoio trasparente e a un paio di tubi di gomma che terminavano con delle pompe a ventosa. Chubby portò il macchinario accanto a Chiara e vi versò un po? di benzina nel motore.«Ma non vorrà usare una mungitrice con mia moglie!»«La vecchia Betsy l'ha costruita mio marito per me. Ti sembro una mucca?»«No? per carità, ma mi sembra umiliante!»«Sta? zitto! ? fece Chiara ? va bene qualunque cosa, anche farmi mungermi a mano, basta che mi svuotino le tette!»Chubby, allora, fece partire la mungitrice, che non aveva nulla da invidiare alla motosega in quanto a rumore, e le pompe cominciarono a ciucciare l'aria, mentre Arthur spalmava con un pennellino dell'acqua sulle areole turgide e paffute di Chiara, ridendo a singhiozzi. La giovane mogliettina s**ttò in avanti e stridette quando le attaccarono le ventose alla carne dei capezzoli; le punte rosee si allungarono di almeno due centimetri, e il latte comincio a fiottare nei tubi, e a gocciolare nel serbatoio della macchina. Chiara piangeva, ma man mano che si riempiva il serbatoio, le sue tette si rilassavano, afflosciandosi sulla cassa toracica. I suoi imbarazzati gridolini, più di piacere che di dolore, indurirono di nuovo il cazzo a Matteo. «Ecco fatto ? fece il donnone, con le labbra ricoperte di bava ? lasciamo che si svuoti, tu vai pure a dormire. Qui ci pensiamo noi.»«Veramente io vorrei rimanere.»«Non serve. I miei ragazzi ci sanno fare, quando si tratta di mucche.»«Ma, signora? è mia moglie.»«Fuori!»Matteo fu messo alla porta, e sbirciò dalla finestra: Chiara gemeva legata la sedia, e la macchina le prosciugava le mammelle, che pian piano si ammosciavano come mongolfiere a riposo, e quel tipo curioso, Arthur rideva di lei e si divertiva a pizzicarle il rotolino di ciccia sulla pancia. Chubby, invece, si leccava le labbra; Matteo, allora, si innervosì e andò a battere la mano sulla porta, con violenza, intimando loro di aprirgli: aprirono, e Matteo si ritrovò davanti Chubby armato della sua motosega.«Adesso basta! Questa si chiama violenza sessuale! Io?»Chubby diede uno strattone al laccio della motosega, che questa volta partì al primo colpo, e puntò la lama al cavallo gonfio dei pantaloni di Matteo.«Uh-uh!»«No, io? io, veramente.»«Uh!»«Va bene, va bene? vado a dormire?»Insomma, Matteo se ne torno in camera, e si stese sul letto e lascio aperta la finestra, da dove entrava il rumore atroce della mungitrice; e rimase sveglio tutto il tempo, perché fino a quando quella macchina fosse stata attiva, i capezzoli di Chiara sarebbero stati risucchiati, e intorno a lei quei buzzurri deformi probabilmente continuavano a giocare con la sua pancia, e magari ? con Matteo fuori dai piedi ? l'avevano già spogliata, e stava mostrando loro il culo (anche il culo le era diventato più grosso da quando erano in America). Chissà, forse a adesso quell'essere immondo di Chubby stava provando a infilare un dito, o una carota, o magari il cazzo nell?ano vergine di Chiara. Matteo aveva desiderato il buco del culo di Chiara dal primo giorno, ma lei era stata fin troppo rigida: questo mio culo non s?ha da violare, né ora né mai, nemmeno dopo il matrimonio.In fondo, un po? Matteo era convinto che Chiara meritasse di essere sodomizzata, così avrebbe imparato a non fare la schizzinosa, e a questo pensiero si tolse le mutande e si masturbo al suono del motore; si mise a carponi sul letto e si infilo un indice nel buco del culo, fingendo che fosse quello roseo e più stretto della sua mogliettina.
02-14-2022, at 02:17 PM
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